la bellezza nei secoli
I CANONI DELLA BELLEZZA NEL CINQUECENTO
I CANONI DELLA BELLEZZA NEL CINQUECENTO
Dopo i secoli del Medioevo, il XVI segna il periodo storico che vede un vero momento di rivalutazione della bellezza in generale prima tra tutte quella femminile. Addirittura furono istituiti i canoni di quella che doveva essere la Vera Bellezza Femminile.
La bellezza nel cinquecento ha caratteristiche indiscutibili
Fermo restando alcune caratteristiche fondamentali, come la pelle bianca, labbra rosse, capelli biondi, nel XVI secolo gli esteti arrivarono ad individuare una serie ed una tipologia di “grazie”, dalle quali una bellezza veramente tale non poteva prescindere. Come afferma Morpurgo, nella sua opera “El costume de la donne” del 1536, la donna doveva evidenziare una serie di caratteristiche indiscutibili, che dovevano appunto essere tre grandi – altezza, braccia e cosce; tre sottili – sopracciglia, dita e labbra; tre piccole – bocca, mento e piedi; tre bianche – denti, gola e mani; tre rosse – guance, labbra e capezzoli; tre lunghe – capelli, mani e gambe e così via, varie altre.
La bellezza nella letteratura del XVI secolo
E’ di questi anni poi la produzione letteraria che va sotto il nome del Blason: un tipo di componimenti spesso di breve durata, che avevano il compito di decantare queste particolari e specifiche caratteristiche femminili. Naturalmente le donne (e gli uomini per il loro verso) del tempo erano poi costretti a seguire questi stereotipi della bellezza, rivolgendosi per quanto possibile a indumenti che servivano a correggere le forme individuali, (lacci e bustini) alla cosmetica, e a tutto quanto potesse servire allo scopo.
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