la bellezza nei secoli
UN COLORE DOMINANTE NEL RINASCIMENTO: IL BIANCO-CELESTE
UN COLORE DOMINANTE NEL RINASCIMENTO: IL BIANCO-CELESTE
La cosmetica rinascimentale era particolarmente attenta al colore della pelle, che si desiderava fosse bianco latte a ricordare la castità e la femminilità. Era poi questo il colore della luna, che dai tempi più remoti era evidenziata come simbolo appunto di femminilità.
Del resto il bianco celeste della carnagione era contrassegno dei ceti più potenti e più ricchi, visto che solo le donne di più umile lignaggio avevano la pelle abbronzata. Come poi il nero era il segno della virilità, e i cavalieri si coloravano di questo colore la barba. Bisognava però fare attenzione, perché il colore femminile non doveva essere tutto bianco, bensì il viso, il collo, le dita, dovevano presentare zone sfumate rossastre, in segno di buona salute.
Rinascimento e colore della pelle
Molti erano gli unguenti o similari che si usavano perché ritenuti in grado di sbiancare la pelle rendendola del colore bianco celeste: il guscio dell’uovo, il finocchio, grassi animali ecc. Certo che la sera quando si andava a dormire, con queste cose messe sul viso perché apparisse bianco, si doveva affrontare un approfondito lavaggio. Il primo tonico detergente di cui si ha notizia, era la famosa acqua celeste di Caterina Sforza, un estratto di garofano, noce moscata, rosmarino ed altro. Comunque già allora esistevano le maschere di bellezza da applicare sul viso durante la notte, magari preparate con componenti abbastanza fantasiosi. Si ricorda un testo “Gli ornamenti delle donne” scritto nel 1562 da un famoso medico, in cui erano riportati moltissimi consigli per la cura del corpo, delle impurità della pelle, le bellezza dei denti, un alito profumato. Abbastanza disgustosi ci sembrano i rimedi proposti allora per la crescita dei capelli, come estratti di rana e lucertola.
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